Involtini primavera
1 cavolo cappuccio
4 carote
1 cipolla dorata grande
olio evo q.b.
olio di semi di girasole q.b.
sale q.b.
procedimento
ingredienti
500 gr di farina di semola di grano duro rimacinata
250 ml di acqua tiepida
5 gr di sale
procedimento
Sulla spianatoia ho riversato la farina, aggiunto il sale e mescolato. Ho creato poi la classica fontana e riversato al centro l'acqua tiepida, incorporandola poco alla volta. Ho lavorato con energia l'impasto e poi messo a riposare il panetto a temperatura ambiente per 15 minuti. L'ho diviso in due (metà sarà destinata al pranzo di domani, un bel piatto di fettuccine di lunedì non si nega a nessuno!) e poi in 8 porzioni da lavorare con il mattarello e in serenità anche su spianatoie piccole come la mia. Con una coppapasta ho realizzato 36 dischetti: 18 per la base e altrettanti per la copertura. Ho farcito i ravioloni con ragù di lenticchie rosse (a cui ho aggiunto del seitan avanzato) ma, naturalmente, qualunque ripieno e diametro del raviolo è possibile. Ho sigillato i dischetti e con i lembi di una forchetta ho creato la classica decorazione dentellata a giro. La cottura del raviolo varia dai 5 agli 8 minuti e forse anche di più. :-P Potete conservare la pasta fresca in frigo per un massimo di 3 giorni.
6 carote
sale e olio extra vergine
salvia essiccata
• guarda il video • CAROTE CON SALVIA
procedimento
Tagliate le carote a rondelle di 1 cm. Conditele con olio, sale e salvia a vostro gusto e cuocetele per 15 minuti circa. Potete consumarle calde o a temperatura ambiente.
Sono una mamma che cucina e non una foodblogger. Fatta questa sincera e candida premessa vorrei annunciare che ho preparato la mia prima pizza, sì avete letto bene la mia prima pizza, durante il lockdown di marzo. Potete dunque inserirmi senza remore nella lista nera di quelli che sono ricorsi al lievito di birra come se non ci fosse un domani proprio in quei giorni di reclusione e che hanno mattarellato ingordamente almeno 3 volte a settimana vista la bontà dei risultati. Sia messo però agli atti che la fame di carboidrati è stata punita nel giro di poche goduriose infornate: la suddetta pizzaiola è lievitata insieme a tutti i suoi impasti. Triplicata nelle forme, quelle dei posti non giusti, ho messo a riposo la golosità e ho iniziato a correre almeno 20 km al giorno in sella alla mia bicicletta da camera. Sono una sportiva da soggiorno con serie tv come personal trainer. Dopo 3 mesi di intensa attività fisica la bilancia mi ha autorizzato a spostarmi in zona arancione. Insomma, c'è ancora da pedalare ma alla fine del tunnel vedo un po' di giallognolo. Sarà quello dei crauti?
ingredienti
1 cavolo cappuccioVi capitano mai quei momenti in cui vi sentite un pasticcio goffo e incompreso? Vi siete mai trovati a camminare in questa vita più smarriti del solito senza punti cardinali d'appoggio? È come sentirsi un mare infranto, colmo di tutto e di niente, senza onde e sirenette che vi facevano sognare. In questi mesi sono naufragata, ho perso la rotta. Mi sono rotta. Non so dare un nome a questo viaggio negli abissi. La luce era ed è troppo fioca per leggerne le lettere, le sillabe, la grammatica.
Nuotare senza pezzi di te non è facile. A tratti galleggi, a tratti bevi, a tratti soffochi. E quando riemergi inizi a tenere il conto di queste bracciate contro la gravità che ti afferrano sott'acqua ciclicamente, che ti inondano e ti tolgono il respiro. Mi manco. Mi manca la Vanessa che andava a scuola, il candore degli occhi che non sanno, le piccole mani che seminano fiducia. Mi manca un mondo che non ho mai conosciuto, dal cuore straniero come il mio.
Il silenzio mi appartiene tanto quanto il caos. Ho i capelli in disordine, i pensieri pure. Eppure non emetto suono. Sono un'orchestra stonata per un pubblico di sordi. Parlo tanto quanto so nuotare, poco e male, svogliata e senza stile. Preferisco tacere, preferisco annegare. Come una bambola di ceramica caduta dalla mani di un bambino in una pozza di fango do i numeri quanti sono i cocci e divento pure materia per i matematici. Vorrei essere un'espressione semplice ma sono un parto travagliato. Mi spingo in superficie ma poi sprofondo. Così mi ritrovo ancora sporca, bagnata. Esausta.
Bracciata dopo bracciata, spinta dopo spinta ritrovo la bussola. Con la colla rimetto in ordine e fischietto una nuova sinfonia. Il mio cuore straniero canta e sogna nuovamente fanciulle pinnate. Con un colpo di coda intavolo allora il mio pasticcio esistenziale di verdure, brutto sì, ma così buono a darsi nuove possibilità di approdo, di ripartenze, di rinascite. Di perdono.
ingredienti
1 sfoglia salata pronta
5 patate medie
4 cucchiai di olio d'oliva
1 cipolla media
2 spicchi d'aglio
2 gambi di sedano
175 g di mais
150 g di broccoli
2 carote
75 g di funghi
1 tazza di ceci
20 g di prezzemolo fresco
1 cucchiaino di timo essiccato
1 cucchiaino di rosmarino essiccato
1 rametto di rosmarino fresco
1 rametto di timo fresco
sale e pepe a piacere
2 cucchiai di farina
480 ml di brodo vegetale
15 g di lievito alimentare
2 cucchiai di latte di soia
procedimento
Ho cotto le patate in acqua bollente per 10-15 minuti e preriscaldato il forno a 180° C. Dopo aver testato che le patate fossero morbide le ho scolate, divise in due ciotole per poi schiacciarne metà con la forchetta, il resto è stato tagliato in cubetti. Dopo aver rosolato cipolla e aglio in 2 cucchiai di olio d'oliva ho aggiunto e mescolato il sedano, il mais, i broccoli, la carota, i funghi, i ceci, il prezzemolo, il timo e il rosmarino essiccato e fresco, sale e pepe. Le verdure hanno cucinato a fuoco medio per circa 15 minuti (non dovranno essere tenere troppo tenere a fine cottura). Prima di cospargere la farina sulle verdure ho rimosso i rametti di rosmarino e timo. Ho poi aggiunto metà del brodo e il lievito alimentare. Dopo una bella mescolata ho versato il brodo rimanente e cucinato per circa 2 minuti continuando a rimestare. Ho poi incorporato le patate schiacciate e quelle in cubetti. Ho messo tutto il composto in una pirofila da 23 cm. In una piccola ciotola ho aggiunto 2 cucchiai di olio d'oliva e 2 cucchiai di latte di soia per poi spennellare i bordi della pirofila. Ho coperto il pasticcio con una sfoglia già pronta, l'ho spennellato con l'olio e il latte e infornato per 45 minuti.
Ho manie di piccolezza. Mi piacciono i sassi, le foglie, gli origami. Mi piacciono gli occhi che non mentono, le dita che sfogliano, i piedini che calciano. Mi piacciono le parole semplici e gli haiku complessi, le chiavi che aprono ma non serrano, i coriandoli che volano, le frittelle che ingrassano. Mi piacciono le gocce di rugiada e le bolle di sapone. Sì, mi piacciono le piccole, le piccole grandi cose.