Sono cresciuta in una famiglia all'antica con figlie dotate di corredo, dove la virilità non era di certo un apostrofo rosa fra le parole «l'uomo», dove i sogni erano in bianco ai piedi di un altare e dove l'unico desiderio concesso era la maternità. Conservatori sì, aperti pure. E per fortuna. Certo, io ero quella strana che alla bionda Barbie preferiva giocare con i Lego, che alle gonne preferiva i pantaloni, che il cielo non l'ha mai visto a metà – se per questo neanche la mela – e che si è sempre sentita parte di un intero, anche quando dentro si sentiva a pezzetti, che ha desiderato prima se stessa e poi il grembo, che conserva, sì, ma i ricordi. Quei ricordi che ogni tanto apro a mia figlia e che oggi, mano nella mano al papà, prima di andare a scuola mi ha detto «Buona Festa della Donna, mamma». Le ho sorriso e ho pensato ai miei Lego, alla fortezza che potrei costruire per proteggere l'innocenza di quelle labbra, il candore di quello sguardo, la spontaneità dei suoi pensieri. Ma a costruire muri, si sa, si perde soltanto. Meglio un ponte, magari diretto su nuvolette tinte di tramonto come confetti rosa o azzurri come il mare dipinto di libertà.
venerdì 8 marzo 2019
PENSIERI SELVATICI
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8 marzo 2019
8 marzo 2019
Reviewed by VANESSA VISCOGLIOSI
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12:07:00
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